giovedì 3 giugno 2010

Igiene e pulizia: gli italiani bocciano i locali pubblici

Se salute e benessere sono ormai un binomio imprescindibile, la percezione della pulizia e dell’igiene degli italiani rispetto agli ambienti chiusi,  ad eccezione della propria casa, è appena sufficiente.
La questione diventa poi ancora più cruciale quando si parla di ospedali e case di cura, dove su 36.2 milioni di italiani che hanno frequentato ospedali e cliniche negli ultimi tre anni per varimotivi, ben il 52% esprime giudizi negativi.

Sono questi i risultati dell’indagine FIMAP, azienda veneta leader a livello internazionale nella produzione di macchine professionali per la pulizia di pavimenti, commissionata ad Astra Ricerche, che danno il via all’Osservatorio Permanente dell’igiene in Italia.
Un monitor periodico, che analizzerà l’importanza dell’igiene e della pulizia nei vissuti della popolazione, che l’azienda veneta intende promuovere con l’obiettivo di diffondere una cultura dell’igiene e del pulito e contribuire così al benessere e alla salute dell’opinione pubblica.

Il primo risultato tangibile dell’Osservatorio è stato quello di offrire un quadro esaustivo della percezione degli italiani sull’igiene e la puliziadegli ambienti che appartengono alla loro quotidianità e di quantificarlo in un indice, il Termometro Fimap, che va letto come un voto scolastico da 1/minimo a 10/massimo.

Ebbene, all’inizio del 2008 il Termometro Fimap segna un valore uguale a 6.3, pari ad una percezione collettiva della pulizia e dell’igiene appena sufficiente.
Il giudizio è buono per quel che concerne gli uffici privati (voto 7.5), gli alberghi, il proprioluogo di lavoro, i negozi (voto 7.4); su livelli discreti si attestano bar e ristoranti (voto medio 6.8), gli ospedali e gli ambulatori (voto 6.6); le scuole e i luoghi del divertimento (voto 6.5), gli uffici pubblici(voto 6.2).

Diversa e peggiore è la valutazione di fabbriche e magazzini, che arriva ad evidenziare una vera e propria indignazione soprattutto per i mezzi di trasporto pubblici, delle stazioni e dei gabinetti pubblici dove si scende a una media compresa tra il 5 e il 3.9.

La situazione diventa cruciale per gli ambienti legati al mondo della sanità e della salute pubblica: il 97%degli italiani ritiene che i nosocomi pubblici e privati dovrebbero curare al massimo l’igiene anche per non diffondere malattie. Dall’indagine emerge una chiara diseguaglianza tra le macroaree del Paese che spacca l’Italia in due: al Nord – tracciando una linea immaginaria tra Grosseto e Ascoli Piceno in su – le cose sembrano funzionare abbastanza bene, con un indice di insoddisfazione che non supera il 30%; nel Lazio e al Sud la situazione viene descritta come cattiva (nella regione della Capitale con un 40% diinsoddisfatti) o pessima al Sud, con il 42% di insoddisfatti o meglio infuriati.

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